venerdì 30 ottobre 2009

Pagamenti internazionali

L'incasso del credito, relativo ad ogni transazione internazionale, può riservare importanti problemi. Per non correre questo rischio è necessaria una conoscenza approfondita della materia e conoscere le tecniche, le caratteristiche, i meccanismi, i vantaggi e gli svantaggi delle singole forme di pagamento in uso nel commercio internazionale, diventa, pertanto, elemento strategico.

Gli elementi da considerare per un pagamento internazionale sono essenzialmente sei:
  1. la forma del pagamento - può essere: un bonifico bancario, un assegno bancario, un incasso documentario, un incasso semplice, un incasso elettronico piuttosto che un credito documentario.
  2. il modo - Il modo del pagamento può essere o corriere/posta, o SWIFT o via eba-target.
  3. la data - cioè il tempo del pagamento può essere anticipato, posticipato o contestuale
  4. il luogo de pagamento - può essere il paese del compratore, del venditore o un paese terzo.
  5. la valuta utilizzata - per ciò che riguarda la moneta può essere usata la valuta nazionale o una valuta di conto valutario
  6. le banche che devono intervenire nel pagamento - sono chiamate in causa quelle che gestiscono i “loro” conti o i “nostri “conti.
La variabili connesse al pagamento internazionale sono molteplici e sono elementi da considerare al momento della scelta del mercato ed essenzialmente sono:
  • l’insolvenza della controparte/compratore, il meglio definito rischio commerciale;
  • la situazione economico-politica del paese della controparte;
  • la possibilità di attivare una copertura commerciale e/o politica;
  • la distanza e il volume delle forniture;
  • il regime valutario del paese del compratore; infine la prassi bancaria internazionale.
Per cercare di ottenere un  buon grado di sicurezza nel pagamento internazionale si debbono seguire alcune regole base:
-    informarsi riguardo all’affidabilità e solvibilità della controparte estera (l’I.C.E. fornisce un servizio di indagine sulle controparti estere a pagamento);
-    bisogna sempre contrattare la forma di pagamento;
-    prepararsi riguardo alle soluzioni possibili per il pagamento;
-    definire precisamente la forma tecnica di pagamento.

Dobbiamo porci alcune domande in fase di contrattazione. Chi paga le spese bancarie? Quanto è grande il rischio di cambio? Sarà opportuno negoziare la valuta estera al tasso di cambio del giorno di negoziazione oltre a dare una forma scritta al tutto per evitare incomprensioni.

E’ possibile ricevere il pagamento anticipatamente rispetto alla fornitura, al momento della consegna con il sistema COD (cash on delivery), oppure dopo la fornitura.

Quali sono i sistemi di pagamento? Esistono vari modi:
  1. il servizio postale o il corriere;
  2. il sistema SWIFT (Society for Worl-wide Interbanking Telecomunications);
  3. l’EBA (European Banking Association); attraverso il B.I.R.L. (Banca d’Italia Regolamento Lordo);
  4. il TARGET (Transeuropean Automated Real time Gross settlement Express Transfer).
Lo SWIFT non è una forma di pagamento, ma un sistema  di una Spa i cui soci sono le banche stesse.
Il sistema Target invece è una sorta di trasmissione a catena: Cliente ordinante, Banca Emittente, Banca centrale del Paese Mittente, SEBC (Target), Banca Centrale del Paese Ricevente, Banca Ricevente, Cliente Beneficiario.

Si prenda in esame  bonifico bancario tramite banca corrispondente. A seguito del contratto tra compratore e venditore, il compratore incarica la sua banca di trasferire via SWIFT i fondi alla banca del venditore che provvederà ad accreditare i fondi sul conto del venditore.
In caso di bonifico bancario tramite banca non corrispondente, ci sarà una terza banca che andrà ad interporsi tra la banca de compratore e la banca del venditore.

E’ importante conoscere le sigle legate al bonifico bancario:
P.O = Payment Order
M.T. = Mail Transfer
T.T. = Telex Transmission
S.T. = Swift Trasfer

Si passi all’analisi dell’assegno bancario estero. Questo può essere: di conto corrente, uno SWIFT cheque, circolare, turistico o piazzato. Funziona anche questo come comunicazione tra le banche della volontà dei loro clienti: il compratore invia l’assegno al venditore che provvede a consegnarlo alla sua banca per la negoziazione, la quale invierà lo stesso alla sua banca corrispondente estera per l’incasso; la banca estera corrispondente della banca del venditore provvederà ad inviare l’assegno alla banca del compratore, che provvederà ad addebitare il pagamento sul conto del suo cliente, il compratore, e a accreditare  l’importo sul conto della banca corrispondente estera della banca del venditore. La banca corrispondente accrediterà l’assegno alla banca del venditore, la quale a sua volta accrediterà l’importo sul conto del suo cliente, il venditore.

Si esaminino quindi i rischi dell’assegno bancario estero: ci può essere diversità della disciplina giuridica tra i paesi rispetto al riguardo; l’accredito  non è definitivo, ma è salvo buon fine; i tempi sono lunghi per l’esito del pagamento; ci può essere diversità di significato e di valore per il protesto; bisogna mettere in conto i giorni di viaggio dell’assegno; sono da mettersi in conto una difficoltà di agire in via di regresso e la mancanza di autonomia e di esecutività del pagamento; questo tipo di pagamento, inoltre, è revocabile.

L’assegno bancario negoziato salvo buon fine ha lo svantaggio che, qualora non venisse onorato il pagamento, l’importo viene addebitato al beneficiario maggiorato delle spese e commissioni bancarie.

Nel caso di invio dopo incasso, si può parlare in buona sostanza di pagamento anticipato. Si attende la conclusione del procedimento bancario che porta all’accredito dell’importo sul conto del beneficiario e poi si provvede alla fornitura.

Infine, nel caso del cosiddetto “Lock Box System”, il beneficiario si informa presso la propria banca dei paesi di operatività e della banca estera corrispondente  presso la quale è domiciliato il Lock Box (la casella postale); in seguito il beneficiario autorizza la banca estera domiciliata ria del Lock Box alla negoziazione per suo conto ed a proprio rischio; l’assegno viene quindi depositato dal compratore alla casella postale presso la banca del paese del compratore presso cui è domiciliata la banca del compratore.

I vantaggi del Lock Box System sono dunque: riduzione del rischio, velocizzazione dell’incasso, gradimento del compratore (usa un modo veloce di pagamento), incasso nel paese diemissio0ne, risparmio di commissioni; in caso di mancato pagamento può essere esercitata un’azione di regresso nei termini stabiliti dalla legge del paese del compratore; si assiste ad un sensibile miglioramento dei giorni di valuta di accredito dell’importo, visto che di fatto si trasforma in un bonifico bancario all’estero; il controllo del pagamento diviene più veloce e efficace.

Il COD (cash on delivery) può essere pagato via: banconote, assegno di conto corrente bancario, dichiarazione bancaria di blocco dei fondi, assegno emesso dalla banca (assegno circolare), attestazione bancaria di avvenuto trasferimento dei fondi, dichiarazione bancaria di ricezione ordine di pagamento a favore del venditore, cambiale tratta accettata.

E’ importante in caso di COD:
  • non lasciare la gestione del trasporto alla controparte
  • prestare attenzione alla clausola di resa della merce (Incoterms)
  • scegliere accuratamente lo spedizioniere istruendolo con precisione e per tempo circa il vincolo alla consegna
  • incaricarlo spedizioniere con una lettera di istruzioni chiara (mandato)
  • farsi restituire il mandato controfirmato per accettazione indicando nella stessa le condizioni alle quali è vincolata la consegna della merce
  • precisare nell’incarico (mandato) le responsabilità a carico dello spedizioniere
  • contestare, tramite raccomandata A.R., eventuali inadempienze qualora lo spedizioniere non ottemperasse alle istruzioni da lui accettate
  • verificare tempestivamente se il COD è andato a buon fine
  • non trascurare l’importanza di entrare in possesso del visto che attesta la fuoriuscita della merce dal territorio doganale comunitario nel caso di destinazione extra-UE della merce.
Un’altra forma di pagamento internazionale è l’incasso documentario. Questo funziona secondo il principio di “documenti contro pagamento”, ovvero, a seguito del contratto tra le parti il venditore provvede alla spedizione della merce, poi si occupa di consegnare i documenti alla banca trasmittente che invierà i documenti alla banca incaricata, la quale inoltrerà i documenti alla banca presentatrice, la quale a sua volta si occuperò di presentare i documenti al compratore il quale provvederà al ritiro degli stessi e al pagamento alla banca presentatrice. La banca presentatrice in seguito trasferirà i fondi alla banca incaricata, la quale effettuerà il trasferimento alla banca trasmittente che accrediterà il pagamento sul conto del venditore. Si può anche parlare di “documenti contro accettazione”, un procedimento molto simile a quello sopra descritto a cui viene aggiunta la facoltà da parte del compratore di accettare o meno i documenti prima di procedere al pagamento. Gli attori che operano in questo tipo di pagamento sono dunque cinque: l’ordinante (il venditore) o cedente i documenti detto “principal”; la banca trasmittente, detta “remitting bank”; la banca incaricata dell’incasso, detta “collecting bank”; la banca presentatrice, detta “presenting bank”; infine il trassato (il compratore) detto “drawee”.

Ci sono essenzialmente quattro tipologie di incasso documentario:
  • contro pagamento a vista
  • contro accettazione con pagamento ad una determinata data
  • franco di pagamento /regolamento
  • contro accettazione con pagamento ad una determinata data e contestuale avvallo e/o garanzia bancaria.
I rischi di questo tipo di pagamento internazionale sono riconducibili a sei tipologie:
  1. la rinuncia alla merce da parte del compratore
  2. la difficoltà a fa rientrare la merce non ritirata e a piazzarla, a condizioni economiche convenienti, ad un altro compratore
  3. il ritiro della merce senza aver effettuato il pagamento o l’accettazione
  4. la richiesta di ritiro dei documenti contro pagamento di un importo scontato rispetto a quello originario
  5. il mancato pagamento alla scadenza della cambiale tratta accettata o della cambiale pagherò
  6. ritiro della merce senza l’esibizione del documento rappresentativo: la polizza di carico marittima
Gli incassi semplici (clean collection) sono:
  • il “pagherò” (promissory note);
  • cambiali tratte accettate e non accettate (bill of exchange accepted or not accepted)
  • assegni di conto corrente bancario (cheque or check); ricevute bancarie (banker’s receipt).
Gli incassi elettronici invece sono:
  • il Lastschriften, incasso a mezzo note di addebito in Austria, Svizzera e Germania);
  • il B.O.R., Billet a Ordre Relevé (incasso elettronico di cambiali pagherò in Francia);
  • L.C.R. Lettre de Change Relevé (incasso di ricevute o cambiali tratte accettate o non accettate in Francia);
  • I.E.F., Incasso Electonico de Efecto (incasso elettronico di effetti cambiari in Spagna);
  • MAV; R.I.D., Rapporti Interbancari Diretti; R.I.B.A. Incasso di Ricevute Bancarie in Italia.
Esiste una forma di pagamento detta Credito Documentario. Questa consiste in un impegno scritto della banca emittente su incarico del compratore; tale impegno viene inviato alla banca del venditore, detta banca avvisante o/o designata o confermante; l’impegno consiste in un obbligo ad eseguire una prestazione (pagamento, accettazione o negoziazione) ad una certa data a favore del venditore, contro presentazione documenti richiesti e a condizione che siano rispettati i termini e le condizione del credito secondo quanto stabilito dalle NUU(Norme e Usi Uniformi),PUBBL. 550 della CCI (Camera di Commercio Internazionale) http://www.cciitalia.org

Si prendano in esame le norme ed usi uniformi relativi ai crediti documentari (NUU). Queste designano le applicazioni del credito, il significato di “credito”, i documenti e merci/servizi/prestazioni, le istruzioni necessarie per emettere e modificare, la forma e notifica dei crediti, gli obblighi e le responsabilità, i documenti, le tolleranze, la validità e il luogo di presentazione dei documenti, la trasferibilità del credito, la cessione del ricavo.

Le caratteristiche di questa forma di pagamento sono essenzialmente:
  • Autonomia: i crediti sono, per loro natura, operazioni distinte dai contratti di vendita o da altri contrati su cui possono fondarsi
  • Astrattezza: il credito è svincolato dalla causa che l’ha originato, cioè dal contratto sottostante
  • Formalismo: le banche dovranno esaminare esclusivamente i documenti presentati per accertare che, nella forma, essi appaiano conformi ai termini e alle condizioni del credito, in quanto la prestazione promessa dalle stesse è vincolata (subordinata) alla presentazione dei soli documenti prescritti
  • Inderogabilità dell’impegno: la banca emittente e/o la banca ordinante si assumono un impegno inderogabile subordinato alla presentazione dei documenti prescritti entro una data di validità nel rispetto di tutti i termini e le condizioni stabilite nel credito.
Il Credito Documentario può essere Revocabile o Irrevocabile; nel secondo caso può essere anche confermato o non confermato; qualora fosse Irrevocabile e non confermato potrà essere “con designazione” o “senza designazione”.
Il credito documentario irrevocabile non confermato è un impegno alla prestazione solo della banca emittente; ciò comporta l’eliminazione del rischio commerciale, altrimenti noto come “rischio cliente”.
Nel caso in cui il credito documentario sia irrevocabile e confermato, si tratta di un impegno alla prestazione da parte di una banca diversa dalla banca emittente che si aggiunge all’impegno della banca emittente; ciò comporta l’eliminazione del rischio paese e del rischio banca.

Le parti che sono coinvolte nel credito documentario sono: l’ordinante, il beneficiario, la banca emittente, la banca avvisante, la banca designata, la banca confermante e la banca rimborsante.

Il credito documentario si articola secondo i seguenti passi:
  • conclusione del contratto
  • incarico di emissione
  • pre-costituzione dei fondi
  • emissione del credito
  • ricezione del credito emesso
  • avviso dell’emissione del credito
  • conferma, se richiesta
  • controllo
  • eventuale modifica
  • produzione e spedizione
  • consegna dei documenti alla banca designata e/o confermante
  • esame della conformità dei documenti
  • esecuzione della prestazione se conforme
  • invio dei documenti all’emittente
  • verifica conformità da parte dell’emittente
  • rimborso
  • consegna documenti al compratore e addebito
  • ritiro della merce
Le fasi sono così riassumibili:
  • conclusione del contratto tra venditore e compratore
  • incarico del compratore alla banca per l’emissione del credito
  • emissione del credito documentario
  • notifica del credito documentario
  • conferma del credito documentario se richiesta
  • modifica eventuale del credito documentario
  • utilizzo del credito documentario
  • esame dei documenti
  • regolamento del credito documentario
Al momento dell’emissione il venditore ed il compratore avranno concluso il contratto di fornitura; il compratore poi si occuperà di aprire il credito documentario presso la banca emittente, la quale emetterà il credito a favore della banca avvisante che dovrà avvisare il venditore dell’avvenuta emissione del credito con eventuale conferma.

Qualora si decidesse di modificare il testo del credito documentario, ci dovrà essere un previo accordo tra venditore e compratore; il compratore richiederà alla banca emittente la modifica del testo; la banca emittente accetterà la modifica e avviserà la banca avvisante della stessa. La banca avvisante, infine, accetterà la modifica e avviserà il venditore della modifica avvenuta.

La presentazione dei documenti ad utilizzo del credito, prevederà: una data di validità, un luogo di validità ed un periodo di presentazione dei documenti richiesti nel testo del credito documentario.

Esistono varie tipologie di credito documentario:
  • credito trasferibile
  • credito rotativo
  • credito sussidiario o controcredito
  • credito di anticipazione
  • stand by letter of credit
La stand by letter of credit è una forma particolare di credito documentario che costituisce una garanzia di pagamento che la banca rilascia al beneficiario, impegnandosi irrevocabilmente ad eseguire la prestazione promessa (pagamento, accettazione o negoziazione), qualora la controparte fosse inadempiente.

La normativa che regola questo strumento è espressamente richiamata dalle NUU della CCI pubbl. 500 in vigore dal 1° Gennaio 1994, ma trova una sua regolamentazione specifica con la pubbl. 590 della CCI “Regole e prassi internazionale relativa alla Stand By” (ISP 98), in vigore dal 1° Gennaio 1998.

La Stand By L/C non costituisce un impegno diretto: è un impegno passivo della banca emittente e/o confermante; è uno strumento di garanzia e non di pagamento; assiste un pagamento a mezzo bonifico via SWIFT; è soggetta alle norme internazionali; può eventualmente essere confermata; la banca si impegna al pagamento contro presentazione di documenti; vi può essere una dichiarazione del beneficiario di inadempimento dell’ordinante.


Rischio di credito: come affrontarlo?
  • Rischio commerciale
  1. Pagamento anticipato
  2. Gestione interna accurata
  3. Assicurazione dei crediti all’Export
  4. Cessione dei crediti pro-soluto
  5. Garanzia bancaria
  6. Credito documentario irrevocabile e non confermato
  7. Stand by letter of credit non confermata
  8. Sconto pro soluto dei titoli
  • Rischio politico e commerciale:
  1. Pagamento anticipato
  2. Assicurazione dei crediti all’Export (SACE o SACE BT)
  3. Credito documentario irrevocabile e con conferma
  4. Stand by letter of credit con conferma
  5. Sconto pro soluto dei titoli
  6. Credito fornitore con voltura a favore della banca

I mercati esteri via d'uscita dalla crisi

(Teleborsa) - Roma, 29 ott - 120 consorzi associati per un totale di più di 4.500 imprese, con un effetto volano da uno a tre sui contributi ricevuti.
Questi alcuni dei numeri emersi nella due giorni di dibattito e di incontri d'affari - oltre 400 i b2b realizzati tra i consorzi e il sistema camerale - organizzata da Federexport a Salerno, in collaborazione con Intertrade e Federexport Campania, in concomitanza con la XVIII Convention Mondiale delle Camere di Commercio Italiane all'Estero.
"L'indagine 2008 sui Consorzi Export italiani - ha sottolineato Gianfredo Comazzi, presidente Federexport - rivela che le pmi dei settori tradizionali del nostro manifatturiero sono riuscite ad incrementare la qualita' dei prodotti e a migliorare le performance sui mercati esteri proprio grazie alla rete dei consorzi. Il nostro sistema pero', in questi anni, ha sofferto di una poca omogenea applicazione del federalismo che ha distorto la concorrenza sul territorio, penalizzando i consorzi di una regione rispetto a un'altra. Serve maggior coordinamento: sull'export, le Regioni devono legiferare in modo chiaro e omogeneo, senza far mancare fondi e risorse. In un momento come questo, e' fondamentale sostenere l'attivita' di esportazione e gli sforzi delle imprese sui mercati esteri, che possono essere la nostra via d'uscita dalla crisi".
Il Vice Ministro dello Sviluppo economico con delega al commercio estero Adolfo Urso ha ricordato come il Ministero stia rendendo sempre più concreti gli strumenti a disposizione delle pmi per sostenerle nei progetti comuni di internazionalizzazione: "oltre alla gestione di due strumenti ad hoc a favore dei consorzi export multiregionali - la legge 83 del 1989 e la legge 394 del 1981 - il Governo ha predisposto nel decreto di riparto per l'anno 2009 della somma stanziata sullo stato di previsione del bilancio circa 25 milioni di Euro come contributi a soggetti economici fra cui i consorzi. I consorzi per l'export hanno svolto un ruolo fondamentale in questi mesi: l'aggregazione imprenditoriale finalizzata alla promozione sui mercati esteri registratasi in regioni come Puglia, Campania - ha continuato il Vice Ministro Urso - ha rappresentato la chiave di successo del nostro Sistema Paese che ha saputo reagire meglio di altri alla crisi economico-finanziaria internazionale".

Cibus.tec guarda all'internazionalizzazione delle aziende

Settant'anni di storia, da Tecnoconserve a Cibus Tec sono «un valore che non si improvvisa e fanno delle Fiere di Parma il punto di riferimento a livello mondiale nelle esposizioni di macchine per l’industria alimentare». Con queste parole il presidente di Fiere di Parma Spa Franco Boni ha aperto Cibus Tec 2009, la rassegna delle tecnologie e delle macchine per tutte le filiere agro-alimentari, aperta fino al 30 ottobre con quasi 700 espositori (più di 100 da 21 paesi esteri). Sono attesi circa 30 mila visitatori professionali e nel programma sono inseriti una dozzina di meeting tecnici.
L'assessore regionale alle Attività produttive Duccio Campagnoli, il sindaco Pietro Vignali e il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli hanno ribadito la centralità di Parma per l'agroalimentare italiano. Nel 2010 infatti è programmata l’edizione record di Cibus, il salone internazionale dell’alimentazione che potrà contare su 50mila metri quadrati di area espositiva e su un nuovo look del quartiere fierristico.
Al meeting inaugurale ha partecipato il presidente di Federalimentare Giandomenico Auricchio, che ha ribadito la sostanziale tenuta del settore (è previsto per l’intero 2009 un calo produttivo del 2,5-3%) con un calo a doppia cifra dell’export per effetto della crisi mondiale. Calo più significativo (15-20%) c'è stato per il fatturato dei produttori di impianti e macchine per le industrie alimentari mentre è ancora più marcata la flessione delle vendite di macchine per il packaging alimentare (anche il 40%). Secondo le previsioni i produttori di macchine per il packaging recupereranno il calo già nel 2010 mentre per gli ordini di impianti per la trasformazione delle materie prime alimentari le previsioni sono meno ottimistiche. «Ma il grande afflusso di operatori esteri a questo Cibus Tec – ha detto il presidente dell’Ice Umberto Vattani – è la prova che si può sperare in qualche accelerazioni positiva per un pezzo di made in Italy che rimane al vertice nel mondo».
PER ANDARE ALL'ESTERO SERVE FORMAZIONE: AL VIA UN PROGETTO. Il presidente dell’Ice Umberto Vattani e il direttore generale di Cariparma Giampiero Maioli hanno presentato nella giornata di apertura di Cibus Tec il programma G-Exp (Global Executive Program Agroalimentare). Si tratta di un percorso di alta formazione (2009-2010) mirato all’internazionalizzazione e prevede, oltre alla formazione in aula e all’e-learning, uno study-tour all’estero e lo sviluppo di un progetto di internazionalizzazione. «E' la prima edizione e spero ne seguiranno altre - ha detto Vattani -. Unisce Ice, Cariparma e la Sda Bocconi in un percorso per 25 manager e imprenditori che arrivano dalle piccole e medie industrie che fanno grande l’agroalimentare italiano nel mondo».
«Cariparma e Friuladria - ha ribadito Maioli - operano nelle zone vocate all’agroalimentare con un radicamento storico. Oggi il gruppo si impegna anche grazie alle competenze globali di Credit Agricole in servizi mirati allo sviluppo delle potenzialità affrontando i problemi delle filiere con strumenti nuovi, anche con la formazione». Cariparma è entrata anche nel fondo di investimento CA Agroalimentare (C3A) con una disponibilità iniziale di 95 milioni che accompagnerà le imprese dell’agroalimentare verso la crescita e l'internazionalizzazione.

mercoledì 21 ottobre 2009

Made in Italy: tutela e valorizzazione dei prodotti come antidoto alla crisi economica

La tutela del “Made in Italy” è di importanza prioritaria quale strumento di valorizzazione della competitività dell’industria italiana, soprattutto nell’attuale contesto di globalizzazione dei mercati e del conseguente inasprirsi della concorrenza internazionale. Su questo tema Confindustria è particolarmente sensibile e da tempo ha posto in atto azioni concrete a sostegno del “Made in Italy”, sia a livello nazionale che comunitario. Al fine di fare il punto sulla crescente importanza della questione e per discutere degli interventi legislativi atti allo scopo Confindustria ha organizzato oggi il Convegno “Tutela e valorizzazione del Made in Italy: trasparenza e competitività” tenutosi presso L'Auditorium Della Tecnica, la propria sede di Roma.
L’incontro, é stato aperto da Paolo Zegna, vice-presidente per gli affari internazionali di Confindustria e ha visto la partecipazione dei Ministri per le Politiche Europee, Andrea Ronchi e per lo Sviluppo Economico, Claudio Scajola oltre che di rappresentanti del mondo sindacale, ed imprenditoriale, tra i quali Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, e Giorgio Natalino Guerrieri, presidente Confartigianato.
Nel corso del dibattito si è inteso fare il punto sul "Made in Italy", come volano per la competitività e come strumento di informazione al consumatore, oltre che per rendere sinergiche le iniziative legislative a livello nazionale e comunitario; si è voluto inoltre definire una strategia condivisa ed efficace per l'approvazione della proposta di Regolamento Ue " Etichettatura obbligatoria all'import nella Ue di alcuni prodotti importati da paesi terzi, progetto quest'ultimo partorito dopo lunghe consultazioni sull'argomento tra industria, sindacati, consumatori ed altre istituzioni.  Questo regolamento ha proposto l'introduzione di un sistema di marchio d'origine obbligatorio: tale sistema riguarda un certo numero di settori, tra i quali spiccano soprattutto i manufatti tessili ed è applicabile eclusivamente alle merci importate. Ha tessuto l'elogio di quest' intervento legislativo comunitario in primis il Ministro per Le Politiche Comunitarie, "il finiano" Andrea Ronchi, un opzione che a conti fatti, prende meglio in considerazione gli interessi della maggior parte degli interessati, siano essi industrie, sindacati o associazioni dei consumatori e che limita allo stesso tempo i possibili costi ed effetti negativi per gli altri attori in gioco( industrie comunitarie che hanno trasferito la produzione al di fuori dell'Unione).
La mano del legislatore comunitario secondo lo stesso Ronchi si è resa necessaria in quanto la Comunità Europea si poneva in condizioni di svantaggio rispetto ai suoi partner commerciali, ( Canada, Cina,Giappone e Stati Uniti), avendo questi ultimi già previsto l'apposizione di un marchio d'origine sulle merci importate: quindi gli esportatori europei di conseguenza sono tenuti a rispettare tale obbligo ed appunto ad apporre il marchio sui loro prodotti.  Il marchio d'origine servirà a impedire che la  reputazione dell'industria comunitaria venga intaccata da indicazioni di origine inesatte e ingannevoli; esso faciliterebbe inoltre la scelta dei consumatori e contribuirebbe a ridurre il numero di indicazioni fraudolente.
Per quanto riguarda le politiche di sostegno nazionali al "Made In Italy" è stato Claudio Scaiola a relazionare illustrando i contenuti di una campagna di promozione delle eccellenze italiane, " If you speak fashion, you speak Italian':" se parli di moda, parli di Italia. É questo il titolo della campagna di comunicazione presentata già in anteprima il 29 settembre 2009 dallo stesso Ministro dello Sviluppo Economico, e dal Presidente dell' Istituto nazionale per il Commercio Estero (ICE), Umberto Vattani, destinata a sostenere la moda italiana negli Stati Uniti. Il progetto ICE ha come target prioritario il mercato statunitense, con uno stanziamento di oltre 3,5 milioni di dollari USA e copre il periodo ottobre 2009-aprile 2010 sviluppandosi lungo tre direttrici: azioni per stimolare gli acquisti di prodotti moda italiani da parte di compratori USA; azioni per stimolare la vendita diretta di prodotti italiani negli USA; campagne di comunicazione e immagine per rilanciare il sogno italiano, l''Italian Dream', nell'immaginario dei consumatori USA. Ha inoltre continuato elencando gli interventi legislativi messi in atto in materia dal governo di cui fa parte, tra i quali spicca l'istituzione di un sistema di etichettatura obbligatoria dei prodotti finiti ed intermedi nei settori tessile, della pelletteria e calzaturiero, che evidenzi il luogo d'origine di ciascuna fase di lavorazione e assicuri la tracciabilità dei prodotti stessi.
Al termine del convegno è iniziata la tavola rotonda sullo stesso argomento alla quale ha preso parte anche Emma Mercegaglia, presidente Confindustria, la quale ha dichiarato ''Noi chiederemo al governo di sostenere con forza l'approvazione di un 'made in' a livello europeo'', di modo che tutti i paesi abbiano la stessa normativa e che si capisca bene la provenienza delle merci''.

Riferendosi al made in Italy la leader di Confindustria ha sostenuto che ''e' una grande forza di questo paese e noi pensiamo che tutte le normative che lo sostengono e che premiano la trasparenza per il consumatore, che deve sapere quello che compra, sono importanti e giuste''.

La Marcegaglia ha poi ricordato che ''e' stato raggiunto un compromesso qualche mese fa col governo per una norma che chiarisce come gestire i marchi, quando scrivere made in Italy o made in China. Dal nostro punto di vista e' una proposta positiva che va portata avanti e non va stravolta''. Si é inoltre concessa un piccolo fuori tema rispondendo alle parole del Ministro Tremonti che in una dichiarazione rilasciata ad un giornale si era dichiarato favorevole alla cultura del posto fisso contraddicendo a quella che è la sua impostazione ideologica e culturale.  " Cultura del posto fisso nefasta” cosi' l'ha definito la stessa presidente degli Industriali -che ha continuato cosi'  “Ovviamente nessuno è a favore della precarietà e dell'insicurezza, in un momento particolare come questo. Però noi siamo per la stabilità delle imprese e dei posti di lavoro, che peraltro non si fa per legge”, ha aggiunto Marcegaglia, elencando poi i problemi che ''la cultura del posto fisso” ha portato in Italia: ''un aumento della disoccupazione, del sommerso per esempio nel Mezzogiorno, e ha creato nella pubblica amministrazione questa logica dell'assenteismo e dei fannulloni tanto deprecabile”. La leader degli industriali si è detta favorevole ad una ''flessibilità regolata e tutelata, come quella fatta con Treu e Biagi, che ha creato tre milioni di posti di lavoro". In merito al peso della precarietà nei diversi settori, la leader degli industriali ha voluto ''sottolineare che l'industria è quella che fa più lavoro stabile; il grosso del precariato è nell'università, nella pubblica amministrazione e nella scuola. Bisogna dare una risposta a quello”. Per Marcegaglia ''la forza di questo paese non è la cultura del posto fisso, ma sta nei cinque milioni di piccoli e medi imprenditori che rischiano e vanno sul mercato e cercano di fare tutto il possibile anche in un momento come questo”.

''Una economia come quella italiana, resta da una realtà manifatturiera molto importante, deve poter contare su lavoratori stabili, soddisfatti e ben retribuiti”,  risponde così, a margine del convegno di Confindustria, ad Emma Marcegaglia, secondo la quale ''la cultura del posto fisso è un ritorno al passato”. Secondo Bonanni ''flessibilità e stabilità possono stare insieme, ma non possono farlo flessibilità e instabilità non retribuita, altrimenti diventa precarietà''.  La flessibilità, ha spiegato il leader della Cisl, ''si impone dentro un quadro di stabilità del lavoro, che vuol dire una maggiore retribuzione di quello flessibile”.  Per questo motivo, aggiunge Bonanni, ''a Tremonti chiediamo una detassazione maggiore per questi dipendenti e a Confindustria chiediamo di aumentarne i salari, perchè se bisogna pagare di più chi merita di più non c'è chi merita di più di un lavoratore flessibile”.

lunedì 19 ottobre 2009

Le Lettere di Credito

La lettera di credito è un documento, emesso da un istituto di credito, che funge da garanzia affinché un soggetto possa ottenere un finanziamento da parte di altri soggetti, che possono essere a loro volta delle banche oppure dei fornitori.
Viene usata spesso nelle operazioni di esportazione e importazione (credito documentario) quando l'acquirente mette a disposizione del venditore una determinata somma per la fornitura di beni e servizi; somma che il venditore riceverà solo a determinate condizioni pattuite in partenza e che la banca si fa garante di controllare. Per la regolamentazione di queste operazioni si fa riferimento alle Norme ed Usi Uniformi.
Tra questi documenti sono usualmente richieste le fatture commerciali, un documento di trasporto (lettera di vettura terrestre, lettera di vettura aerea, lettera di vettura ferroviaria, polizza navale ecc.) normalmente fornito dallo spedizioniere incaricato del trasporto, un certificato di assicurazione, un certificato di origine, un certificato di qualità, un elenco delle merci spedite ecc.ecc. La banca ha l'impegno di controllare la correttezza della documentazione fornita e, in caso positivo, di accreditare l'importo della lettera di credito al beneficiario.
La validità della lettera di credito è anch'essa concordata in partenza, sia nelle tempistiche di consegna dei materiali che nella durata della sua validità. Altre caratteristiche sono quelle di poter essere "revocabile" o "irrevocabile", "confermata" o meno da parte della banca e riscuotibile presso le casse della banca della nazione di emissione o in quelle della nazione destinataria.
Questo tipo di mezzo di pagamento è comodo soprattutto nel caso in cui le controparti si trovino in nazioni diverse o si vogliano garantire da eventuali insolvenze.

INCOTERMS - International Commercial Terms

Incoterms, contrazione di international commercial terms è la serie di termini utilizzati nel campo delle importazioni ed esportazioni, valida in tutto il mondo, che definisce in maniera univoca e senza possibilità di errore ogni diritto e dovere competente ai vari soggetti giuridici coinvolti in una operazione di trasferimento di beni da una nazione ad un'altra.

I Soggetti coinvolti 

Nel trasporto di ogni materiale tra due nazioni diverse sono coinvolti di norma diversi soggetti:
  • Venditore
  • Trasportatore
  • Dogana
  • Acquirente
  • Assicurazione
Il trasferimento di un materiale da partenza ad arrivo può essere diviso schematicamente in blocchi (immagine a destra) che coinvolgono:
Spiegazione Schematica delle sigle

Ogni singola sigla codificata nell'Incoterms definisce chiaramente chi debba accollarsi i costi e le responsabilità per ogni parte di trasporto, per i costi doganali in partenza ed in arrivo, per i costi assicurativi. Una parte importante (spesso trascurata) è l'indicazione, dopo la sigla, del nome specifico della località geografica, della frontiera o del porto/aeroporto a cui la sigla stessa si riferisce.
I termini Incoterms sono stati ratificati dall' International Chamber of Commerce (ICC) e pubblicati originariamente in lingua inglese con traduzione autorizzata in altre 31 lingue da parte delle varie camere di commercio nazionali.
L'ultima revisione dell'accordo è stata effettuata nel 2000 da qui la denominazione attuale corretta di INCOTERMS 2000.



I Gruppi

La necessità di stabilire delle regole chiare in merito a quali siano i diritti/doveri e su chi debba accollarsi le diverse spese è sfociata in una serie di sigle, divise in gruppi, ben specifiche:

Attività di Esportazione-Importazione ed aspetti doganali brasiliani

Prima d’iniziare a descrivere le attività e le figure principali del sistema doganale brasiliano, riteniamo importante evidenziare che pur trattandosi di un sistema proprio, esso opera in sintonia con le principali regole internazionali di settore.

Per iniziare a descrivere sommariamente le operazioni di esportazione ed importazione in Brasile, è necessario parlare del SISCOMEX – Sistema Integrado de Comercio Exterior. Questo sistema, implementato nel 1992 ed il cui principale obiettivo è quello di sveltire e modernizzare le operazioni del commercio brasiliano con l’estero, controlla tutte le operazioni tramite un flusso informatico d’informazioni. Al SISCOMEX hanno accesso, oltre ai tre organi ufficiali coinvolti nel commercio estero brasiliano (Banco Central do Brasil – SESEX, Segreteria del Commercio Estero e Receita Federal), tutti gli esportatori ed importatori.

Flusso di importazione in Brasile
Prima di esportare qualsiasi prodotto in Brasile, è importante verificare preventivamente se l’importazione di quella merce è ammessa dalla legge brasiliana e se necessita di licenza di importazione. Sarà necessario verificare la correlazione tra la voce doganale europea e quella brasiliana, che differiscono dopo le prime quattro cifre.

Il sistema SISCOMEX, il despachante aduaneiro, il RADAR della Receita Federal ed il Banco Central do Brasil, sono le componenti strutturali del sistema doganale brasiliano, i quali operano in sintonia tra di loro.
Mentre per gli organismi istituzionali non necessita indicare particolari note, per la figura del despachante aduaneiro è importante sapere che questa figura professionale tipica brasiliana è l’interlocutore tecnico accreditato presso gli organismi istituzionali, figura importante con ruolo importante. In presenza di attività di importazione o esportazione senza la garanzia dell’operatore di logistica, è consigliabile verificarne preventivamente la professionalità.

Flusso di esportazione dal Brasile
Qualsiasi operazione all’esportazione deve essere formalizzata con un documento, la RE (Registro Esportazione). Questa dichiarazione è il primo passo per la legittimazione ed autorizzazione di un’operazione all’export. In tale documento vengono dichiarate quelle informazioni merceologiche, finanziarie, valutarie e fiscali che caratterizzano la tipologia del bene esportato.
Gli organismi e le figure professionali interessate rimangono quelle del sopra citato articolo, ferme alcune modalità procedurali tipiche dell’export.

Note: è importante ricordare che alcuni prodotti, come caffè e zucchero, necessitano di una specifica autorizzazione preventiva degli organi di Governo, al fine di poterli esportare.

Fonte : Camera di Commercio Italo-Brasiliana